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pubblicato il 15 / 01 / 2020

Stop auto Euro 6 a Roma: le reazioni delle associazioni

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La sera del 13 gennaio, con un preavviso di poche ore, la Sindaca di Roma Virginia Raggi ha firmato un’ordinanza che disponeva da ieri 14 gennaio il blocco della circolazione a tutti gli autoveicoli diesel, compresi gli Euro 6 di ultima generazione: una estensione senza precedenti e senza alcuna influenza sulla qualità dell’aria in città, poiché queste motorizzazioni – che rappresentano solo l’8% del totale dei veicoli circolanti a Roma – hanno emissioni di particolato e ossidi di azoto prossime allo zero.

L’impatto ambientale di tale provvedimento sarà quindi assolutamente irrisorio, specie considerando che potranno liberamente circolare autoveicoli a benzina Euro 3, con oltre 19 anni di vita e con il doppio di emissioni di ossidi di azoto rispetto ai diesel Euro 6, nonché ciclomotori estremamente vetusti ed inquinanti, per tacere di mezzi pubblici che hanno oltre 15 anni di vita e sono autentiche “bombe ecologiche”.

Le Case automobilistiche estere, rappresentate da UNRAE, esprimono il loro totale disappunto rispetto a questa iniziativa estemporanea e priva di ogni logica: un provvedimento ideologico e di bandiera, il cui unico effetto è quello di penalizzare i tanti cittadini e pendolari dell’area metropolitana, costretti ad utilizzare la vettura privata a causa di una rete di trasporti pubblici gravemente carente, inefficiente, e priva di aree di scambio adeguate.

Ben altre sono le misure da porre in essere per migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città, anche volendo limitarsi all’ambito della mobilità che pure non è l’unica interessata: dallo svecchiamento di un parco circolante vetusto e insicuro con idonei incentivi al potenziamento e rinnovamento del trasporto pubblico locale, dall’agevolazione dell’intermodalità sino alla manutenzione e al lavaggio delle strade per la riduzione delle polveri, come avviene in altre metropoli europee.

È ormai assolutamente irrinunciabile e indifferibile l’istituzione di un tavolo permanente per il coordinamento nazionale delle politiche ambientali intraprese a livello locale, ormai in un regime di imbarazzante confusione, per porre finalmente in essere provvedimenti razionali, omogenei e con solide basi scientifiche, che tengano conto delle emissioni reali nel rispetto del sacrosanto principio di neutralità tecnologica.

L’UNRAE invita pertanto il Comune di Roma a rivedere immediatamente le norme approvate, rinnovando per l’ennesima volta la più completa disponibilità ad un confronto serio e concreto con le istituzioni, nella convinzione che solo un dibattito approfondito e competente sulle tematiche della mobilità possa realmente garantire la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei provvedimenti.

“Chiediamo un urgente intervento del Governo volto a coordinare gli atti delle Autorità locali in materia ambientale perché ci sembra assurdo che i sindaci dei Comuni, in particolare dei grandi centri urbani, adottino misure non omogenee e fondamentalmente incentrate sull’inibizione dalla circolazione degli autoveicoli privati” – ha dichiara Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto.

“Un caso eclatante e gravissimo l’iniziativa assunta dal Comune di Roma che per la giornata di ieri e per altri due giorni consecutivi – continua De Stefani Cosentino – vieta la circolazione di veicoli Euro 6 alimentati a gasolio, ignorando che questi motori emettono valori di monossido di carbonio e di ossidi di azoto inferiori a quelli dei veicoli a benzina Euro 3 che, al contrario, non sono colpiti dal divieto di circolazione”.

“Questa scelta – prosegue De Stefani Cosentino – colpisce una motorizzazione commercializzata nel rispetto della normativa anti-inquinamento europea, penalizzando il cittadino, instillando nella collettività una falsa immagine, danneggiando profondamente l’attività delle concessionarie auto del territorio romano, un tessuto di circa 60 imprese, con quasi 6.000 dipendenti”.

Conclude il Presidente di Federauto: “Non possiamo inoltre non esprimere il forte disagio che ci percorre leggendo le dichiarazioni di ignoti esperti dell’ultima ora. Per quanto ci riguarda ci riconosciamo nelle dichiarazioni di fonte CNR secondo cui le misure emergenziali, e questa è una di quelle, sono misure che lasciano il tempo che trovano. Sono 20-30 anni che ci rifugiamo in misure come queste e poco viene fatto per soluzioni che incidano in maniera sensata e a lungo termine. Quelle odierne hanno un piccolo effetto. Quanto? Il contributo diretto del traffico relativo alle polveri Pm10 è stimabile intorno al 25%. Vietando la circolazione ai diesel incidiamo dunque solo su quel 25% ma nel frattempo tanti altri veicoli continuano a circolare, più o meno la metà di quelli abituali. A questo punto, il blocco, si potrebbe dire che incide per poco più del 12%. Una percentuale piccola, davvero marginale. Non sarebbe meglio puntare ad un sano rinnovo del parco circolante? Secondo noi sì”.

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