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pubblicato il 05 / 08 / 2019

Pirelli: come, dove e quando controllare la pressione delle gomme

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Tpms: nel mare di acromimi dei sistemi di sicurezza e assistenza alla guida, il sistema di monitoraggio della pressione dei pneumatici è uno dei più importanti. Nato nell’ingegneria automobilistica da competizione, si è rivelato estremamente prezioso in gara, grazie anche alla telemetria, perché consente di correggere traiettoria, di programmare pit stop, di gestire il consumo delle gomme senza ricorrere a soste inutili che compromettono la prestazione. Da qui si è arrivati alla produzione di serie, con la normativa europea che dal 2014 lo prescrive tra i sistemi di sicurezza obbligatori.

Pressione gomme: le regole della normativa europea

Su un’auto normale, il Tpms di ultima generazione serve a controllare continuamente la pressione e, in caso di perdite d’aria, attiva immediatamente la segnalazione di pericolo. Sono quattro sensori posizionati negli pneumatici a rilevare lo stato di gonfiaggio e trasmettere i dati a una centralina che segnala i livelli attraverso una spia posta nel display del cruscotto.

Interessante sapere le situazioni essenziali – fissate dalla normativa europea –che deve segnalare un buon Tpms: un’eventuale perdita di pressione di ciascun pneumatico entro 10 minuti; una perdita di pressione contemporanea di tutti gli pneumatici e una perdita di pressione anche a una velocità inferiore ai 40 chilometri orari. In aggiunta è fissata la frequenta – 434 MHz – per trasferire i dati. Esistono anche sistemi Tpms indiretti, meno affidabili di quelli diretti. Non dispongono di sensori di precisione disposti nei quattro pneumatici, ma riescono a calcolare la pressione attraverso la velocità di rotazione dello pneumatico.

Ci vuole sempre la pressione giusta

L’elettronica è quindi un supporto fondamentale per avere penumatici sempre a punto ma questo non toglie la necessità di un controllo tradizionale e costante. Tanto più che non sono infrequenti problemi al Tmps dovuti a sensori difettosi (per colpa dell’ossidazione delle valvole o della carica bassa della batteria che li alimenta) o a un difetto generale del sistema.

Ecco perché è importante controllare la pressione degli pneumatici per non rischiare di incorrere in pericolose conseguenze su strada. Le gomme sgonfie, infatti, possono portare all’esplosione della gomma, a difficoltà di manovra dello sterzo, all’allungamento dello spazio di frenata, a una minore resistenza all’aquaplaning e all’usura del cerchione e del battistrada.

Ma anche la pressione troppo alta non è corretta, considerando che la superficie a contatto con la strada diminuisce e quindi scendono l’aderenza e il comfort di guida, aumenta la deformazione del pneumatico e ovviamente cresce l’usura centrale del battistrada.

Pressione gomme: il controllo è anche tattile e visivo

Far controllare la pressione – almeno una volta al mese o prima di un viaggio a lunga percorrenza – è anche l’occasione migliore per una ‘radiografia’ da parte del gommista specializzato, partendo dalla fondamentale verifica dell’usura del battistrada sino al controllo visivo e tattile della superficie che consente di scoprire eventuali irregolarità facendo estrema attenzione a rigonfiamenti e taglietti anche minimi.

La pressione corretta delle gomme è indicata dal costruttore del veicolo, in una sezione del libretto di manutenzione. Al di là della sicurezza, rispettare i ‘numerini’ dei bar porta a un duplice vantaggio: aumenta la durata della gomma, che si può usurare fino al 20% in più con una pressione sbagliata e tiene nei limiti il consumo di carburante che può aumentare fino al 6% per riuscire a colmare la mancanza di tenuta su strada del pneumatico.

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