Fuoristrada vietato? Il primo dicembre scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il cosiddetto “Decreto Fuoristrada”, che, di fatto, ha come conseguenza il divieto di circolazione fuoristrada a mezzi 4×4, moto e MTB. Assurdo. Aggiornamento: la precisazione del Ministero delle politiche agricole e forestali
Si tratta di un decreto attuativo di una legge del 2018 mirata a razionalizzare e semplificare la gestione del settore agricolo e per dare linee guida nazionali per la realizzazione e la cura della viabilità “forestale e silvo-pastorale”. A firmare il decreto del 28 ottobre il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli, in carica dal 13 febbraio 2021 nel governo Draghi, del Ministro della Cultura Dario Franceschini, in carica dal 5 settembre 2019, e dal Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, operativo dal 1° marzo 2021.
Il problema è che, tra le altre cose, al comma 3 dell’articolo 2 si legge: “Indipendentemente dal titolo di proprietà, la viabilità forestale e silvo-pastorale e le opere connesse come definite al successivo art. 3 sono vietate al transito ordinario e non sono soggette alle disposizioni discendenti dagli articoli 1 e 2 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285”.
In pratica, significa che tutta la viabilità fuoristrada non è più soggetta alle norme del Codice della Strada, in quanto anche la viabilità dovrebbe essere in continuità con le aree boschive. Ma soprattutto, è vietato il transito ordinario. A tutti, a giudicare dalla scrittura, quindi a fuoristrada, moto e mountain bike!
Alla frase che vieta il transito ne segue un’altra che sembra lasciare aperto uno spiraglio, che però potrebbe rivelarsi un incubo: “Le regioni disciplinano le modalità di utilizzo, gestione e fruizione tenendo conto delle necessità correlate all’attività di gestione silvo-pastorale e alla tutela ambientale e paesaggistica”.
Sul fuoristrada da anni si discute, fra leggi e regolamenti regionali, con anche qualche sentenza che ha avvalorato la competenza alle regioni per quanto riguarda la circolazione al di fuori della rete viaria ordinaria.
Scriviamo che questo potrebbe rivelarsi un incubo perché mettersi a trattare con ogni singola regione e provincia autonoma non è semplicemente realizzabile, così come per ogni singolo appassionato dover verificare se una determinata strada è transitabile, a seconda della regione, o peggio della provincia e comune!
Secondo noi, si tratta, semplicemente, di una svista, di una conseguenza a cui nessuno ha pensato. Il problema è che nel frattempo è diventata una legge.
In ogni caso, Federazione Motociclistica Italiana e Confindustria Ancma si sono già mosse, dialogando con esponenti del Governo. Un loro comunicato congiunto è atteso a breve. Vi terremo aggiornati. Aggiornamento: La risposta delle associazioni ANCMA E FMI
Sulla piattaforma change.org si è attivata una petizione on line che sta riscuotendo un larghissimo consenso (siamo a oltre 10.000 firme), diretta alle Istituzioni e in particolare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.