E’ capitato anche a voi? Acquistate online le gomme, ma quando andate da un gommista per farle montare vi chiede il documento d’acquisto.
Premesso che non potete aspettarvi che il gommista faccia i salti di gioia se vi presentate per montare da lui delle gomme comprate online. Per lui è un fatturato perso, quello tutto sommato più ‘facile’. Certo, è vero che comunque si prende il lavoro, la manodopera, ma la professione del gommista è stagionale e, con molta probabilità, quando voi andrete con le vostre gomme comprate online per richiedere il montaggio, lui avrà già una fila di clienti in attesa, molti dei quali da lui acquistano anche i pneumatici.
Detto ciò, può capitare che il gommista vi chieda il documento d’acquisto delle gomme, ma non per farvi un dispetto, anzi. Il vero motivo è infatti un altro ed è nell’interesse di tutti, anche vostro.
Nel mercato dei pneumatici, purtroppo ci sono flussi illegali di prodotti e molti pneumatici vengono immessi sul mercato in modo irregolare, eludendo il versamento del contributo dovuto a dei consorzi creati appositamente per lo smaltimento, o meglio ancora riutilizzo, dei pneumatici a fine vita, i cosiddetti PFU, pneumatici fuori uso. Essendo la gomma altamente e lungamente inquinante, infatti, molti consorzi hanno sviluppato interessanti progetti per riutilizzare le gomme finite per costruire parchi gioco, pavimentazioni per palestre o ippodromi, oggetti vari e anche uno speciale asfalto fonoassorbente. Per poter realizzare tutte queste cose o comunque provvedere al corretto smaltimento delle gomme, questi consorzi ricevono una sorta di eco-tassa, che ogni cittadino paga con l’acquisto della gomma nuova, un po’ come per le batterie.
Sono ormai passati alcuni anni da quando questo contributo per i PFU e tutto il sistema di raccolta e gestione delle gomme a fine vita ha preso vita in Italia e ci si è resi conto che le gomme fuori uso da raccogliere sono nella realtà molte di più rispetto a quelle vendute regolarmente in Italia.
Per tentare di arginare, almeno in parte, questa dinamica e per non restare inerti di fronte ai comportamenti illeciti attuati da chi introduce pneumatici sul mercato italiano in modo irregolare, le associazioni di categoria dei gommisti hanno consigliato ai propri associati di appendere nelle officine un avviso alla clientela, dove si ricorda l’obbligo, per chi richiede il solo montaggio di pneumatici nuovi, acquistati altrove, di esibire la documentazione fiscale relativa all’acquisto, dove sia evidenziato anche il versamento del contributo ambientale. E’ infatti un obbligo di legge emettere nel documento di vendita la voce del contributo ambientale come voce distinta.
Ecco spiegato perchè alcuni gommisti richiedono di esibire il documento d’acquisto. Siete obbligati a mostrare il documento? No, in realtà non vi è una legge che lo preveda, ma comunque il gommista ha facoltà di chiedervelo e di rifiutarsi di montare le gomme in caso contrario.
Ma il vero senso di tutto ciò è che gommisti e consumatori devono stare dalla stessa parte e quindi anche chi acquista le gomme da canali non tradizionali deve abituarsi a verificare la presenza di questa voce nel documento fiscale rilasciato dal venditore, per evitare di alimentare fenomeni illegali e inquinamento. Infatti Federpneus e CNA auspicano che questa iniziativa possa servire anche a “sensibilizzare la clientela sull’irregolarità di certi canali commerciali, siano essi siti di commercio esteri o rivenditori improvvisati che operano sui social media”.
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