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pubblicato il 02 / 03 / 2022

Mazepin e gli altri piloti russi possono correre: la FIA ha perso un’occasione

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Ieri la FIA ha fatto sapere che “i piloti e gli ufficiali di gara russi e bielorussi potranno partecipare alle competizioni internazionali e locali solo in una veste neutrale e sotto la “bandiera della FIA” fino a nuovo avviso a patto che si impegnino all’adesione dei Principi di pace e neutralità politica della FIA”.

La FIA, quindi, ha deciso di non seguire le indicazioni dettate dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) che voleva impedire a tutti gli atleti russi di partecipare agli eventi sportivi. Ieri, infatti, il CIO ha pubblicato un comunicato nel quale raccomandava a tutte le federazioni sportive più importanti di fermare gli atleti russi dagli eventi internazionali.

Nikita Mazepin, quindi, è autorizzato a partecipare alla stagione di Formula 1 con la Haas, sempre che la Haas stessa non decida di tagliare i ponti con lo sponsor Uralkali e, quindi, con Mazepin. Il pilota russo che corre in F1 non è il solo, ovviamente: Robert Shwartzman, tester della Ferrari avrà l’opportunità di guidare la F1-75 nei due appuntamenti dedicati ai giovani piloti, mentre Daniil Kvyat potrà scendere in pista nel WEC in LMP2 con il G-Drive Racing.

Proprio quest’ultimo, prima della decisione della FIA, ha pubblicato un post sui social in cui affermava che non era giusto proibire ai piloti russi di competere.

“Spero davvero per una situazione pacifica di questa situazione in Ucraina e che tutti possano vivere in pace. Spero che tutte le parti coinvolte possano trovare una soluzione sedendosi allo stesso tavolo e dialogando con rispetto. Mi fa orrore vedere due nazioni fraterne impegnate in questo conflitto. Non voglio che azioni militari e guerre influenzino il futuro dell’umanità. Voglio che mia figlia e tutti i bambini godano di questo mondo bellissimo. Vorrei anche sottolineare e rivolgermi a tutte le federazioni sportive del mondo, compreso il CIO, che lo sport dovrebbe rimanere fuori dalla politica. Non permettere agli atleti ed alle squadre russe di partecipare alle competizioni mondiali è una soluzione ingiusta e va contro ciò che lo sport insegna per principio: unità e pace. Chi se non gli atleti possono fungere da collante tra le nazioni nei prossimi tempi”

Ora, questo è solo il nostro parere, ma la FIA ha sbagliato.

E chiaro che piloti e sportivi russi in generale non ne possono nulla e che, anzi, molti coraggiosamente hanno manifestato la loro contrarierà alle azioni della loro madrepatria e in particolare di Putin. Così come stanno facendo migliaia di cittadini russi nelle piazze di tante città.

L’esclusione degli atleti, delle squadre di calcio, basket, pallavolo, atletica, ma anche Eurovision e chi ne ha più ne metta è una mossa che intende colpire l’opinione pubblica russa, in modo che aumenti la pressione su Putin. Ed è geniale.

Sulla stessa scia ci sono le azioni delle aziende private: Volvo Volkswagen, Jaguar Land Rover e General Motors non venderanno più auto in Russia, Apple tutti i suoi prodotti tecnologici. Ma sono solo le ultime di una lunga lista.

La FIA avrebbe dovuto allinearsi, non per buonismo, non perché stanno facendo tutti così, ma perché se c’è un modo per far smettere questa inutile e anacronistica guerra, è proprio con l’incredibile compattezza di intenti che stati, aziende e singole persone stanno dimostrando.

Il Consiglio Mondiale del motorsport, però, ha deciso che nessuna competizione si potrà svolgere in Russia o Bielorussia fino a nuovo avviso e nessuna bandiera, simbolo o inno di quei paesi sarà consentito negli eventi FIA.

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