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pubblicato il 09 / 06 / 2022

Il Parlamento europeo approva lo stop alle auto benzina e diesel dal 2035

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Il Parlamento europeo ha approvato ieri lo stop alla vendita dal 2035 di auto a benzina, diesel ed endotermiche in genere: si potranno vendere solamente auto e furgoni a emissioni zero (100% elettriche e a idrogeno).

Nella votazione in Plenaria i deputati hanno adottato il loro mandato per negoziare con i governi UE i livelli di riduzione delle emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi, ma il voto favorevole ha un significato pesantissimo.

Il testo legislativo è stato approvato con 339 voti favorevoli, 249 contrari e 24 astensioni, e fa parte di un pacchetto di misure comunitarie sul clima che puntano a ridurre le emissioni inquinanti del 55% e per questo denominato «Fitfor55» 

Nel testo approvato, i deputati sostengono la proposta della Commissione di raggiungere una mobilità stradale a emissioni zero entro il 2035 con l’obiettivo, a livello europeo, di produrre autovetture nuove e i veicoli commerciali leggeri nuovi a zero emissioni. Gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 sarebbero fissati, secondo la posizione del PE, al 55% per le automobili e al 50% per i furgoni.

E’ chiaro che lo stop alla vendita di auto benzina e diesel del 2035 avrà un impatto enorme sul settore, e sull’economia in generale, con migliaia di posti di lavoro a rischio a causa del cambio di paradigma.

Cosa ne pensa ANFIA

L’Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, ha commentato con il suo direttore Gianmarco Giorda, ha commentato che “sono 70.000 i posti di lavoro a rischio nell’industria automotive, legata alla produzione di componenti che non serviranno per l’elettrico. L’elettrico a oggi non è in grado di compensare la perdita di posti di lavoro, non basta costruire colonnine di ricarica o altri componenti. Servono piuttosto azioni per portare in Italia pezzi di filiera legati alla produzione di batterie per le auto elettriche.”

Il parere di Federauto

Sulla questione si è espressa anche Federauto, la Federazione Italiana dei concessionari auto, che afferma di sostenere, in linea di principio, gli obiettivi e le ambizioni politiche generali del pacchetto ‘Fit for 55’, tuttavia, è convinta che per raggiungere i traguardi climatici sia necessario un approccio più realistico, che tenga conto degli interessi di tutti gli stakeholder e dei consumatori, basato su di un mix tecnologico che abbracci tutte le soluzioni tecnologicamente compatibili.

“La decarbonizzazione del trasporto su strada non dovrebbe essere socialmente ed economicamente dirompente. I recenti sviluppi come la pandemia e la guerra in Ucraina hanno aumentato le incertezze e le insicurezze. I prezzi delle materie prime e dell’energia sono in crescita e la dipendenza da poche fonti di approvvigionamento pone rischi critici per l’intera filiera automotive. L’elettrificazione della mobilità può aiutare a ridurre le importazioni di combustibili fossili a lungo termine, ma allo stesso tempo comporta il rischio di creare nuove dipendenze da materie prime e batterie, mantenendo la creazione di valore al di fuori dell’Europa. 

stop vendita 2035 Parlamento europeo auto benzina diesel

Oggi le attività di vendita e riparazione di automobili supportano tutte le nuove tecnologie per la riduzione delle emissioni di CO2, tuttavia, è essenziale andare avanti offrendo un certo periodo di transizione adeguato, fondamentale per preparare le nostre attività alle sfide imminenti e garantire così manutenzione e riparazione altamente qualificate per le auto di domani.

L’intera catena del valore del settore automobilistico, inclusi concessionari, sta affrontando enormi sfide per gestire con successo il processo di transizione e raggiungere gli obiettivi prefissati, ma è necessario prendere atto che l’incremento di vendita di veicoli a emissioni zero è raggiungibile solo se è disponibile un’ampia infrastruttura di stazioni di ricarica.  Di fatto, molti potenziali clienti rimangono riluttanti e questa realtà permarrà finché non verrà implementata un’infrastruttura di ricarica diffusa.

Assogasmetano: la decisione del Parlamento Europeo sullo stop per le auto a motore termico dal 2035 nega il principio di neutralità tecnologica

Tale decisione parte dalla posizione, ideologica e smentita dalla realtà, che i veicoli elettrici siano a zero emissioni, indicando come metodo di valutazione le emissioni allo scarico. In tal modo “dimentica” di calcolare il reale impatto di un veicolo elettrico sull’ambiente, non solo per la produzione di energia elettrica per la sua alimentazione (solo in parte prodotta con le energie rinnovabili e, seppure in parte minore, ancora col carbone) ma anche delle emissioni di CO2 dal momento della sua costruzione fino al suo smaltimento (di cui le emissioni allo scarico sono solo una parte).

Una corretta valutazione dell’impatto ambientale può essere fatta solo con una analisi delle emissioni sull’intero ciclo di vita (LCA), o “from craddle to grave” (dalla culla alla tomba), essendo quest’ultimo un principio dell’economia circolare, indicata dalla Commissione Europea come la base di sviluppo della UE per i prossimi anni. Come è noto, infatti, le terre rare usate nei veicoli elettrici hanno un elevatissimo impatto sull’ambiente, prima per la loro estrazione e poi per il loro smaltimento.

Se dunque l’obiettivo è la decarbonizzazione dei trasporti, questa decisione va esattamente nella direzione opposta e cerca di imporre per legge quello che il mercato non ha scelto.

Tale decisione inoltre smentisce le priorità, indicate dalla Commissione Europea per lo sviluppo dell’economia circolare, di sviluppo delle fonti rinnovabili come asset strategico per la riduzione del carbon footprint. Parimenti cancella, in un sol colpo, quanto introdotto dalla Direttiva DAFI che proponeva di considerare i sistemi economici ed ambientali dei singoli Paesi per una politica di sviluppo dei carburanti alternativi nei singoli Stati Membri, che fosse realmente sostenibile e consegna l’industria italiana nelle mani dei Paesi che hanno il monopolio mondiale nella produzione delle terre rare, fondamentali per la tecnologia della mobilità elettrica.

“Nel corso degli ultimi anni – sottolinea il Presidente di Assogasmetano, Flavio Merigo – abbiamo evidenziato come il biometano, una delle eccellenze italiane, debba essere considerato uno strumento di straordinaria importanza per raggiungere gli obiettivi imposti dal pacchetto Fit for 55, essendo una fonte rinnovabile, con emissioni LCA che possono essere addirittura negative, immediatamente utilizzabile per l’alimentazione dei veicoli e addirittura miscelabile con alte percentuali di idrogeno senza la necessità di effettuare alcun intervento di natura tecnica”.

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